RAZIONALE SCIENTIFICO
Nel corso degli ultimi anni, l'introduzione nella pratica clinica di nuovi agenti farmacologici per la terapia delle malattie del sangue, sia neoplastiche che non, ha consentito di ottenere risultati ragguardevoli con importante miglioramento delle percentuali di risposta a della sopravvivenza. In particolare, i dati della letteratura derivati da trials clinici ed esperienze di “Real Life” hanno definitivamente dimostrato l’efficacia e la safety della terapia con agonisti della trombopoietina noti anche come TPO mimetici nel trattamento non solo della porpora trombocitopenica immune ( dell'adulto e del bambino) ma anche sulla funzionalità midollare in pazienti con anemia aplastica. Per quanto concerne eltrombopag, sono state riportate convincenti evidenze di risposte non limitate alla linea megacariocitica, ma in percentuale variabile da 30 al 40% anche nei pazienti con Anemia Aplastica severa. In questi ultimi, il benefico clinico è stato dimostrato anche sulla linea eritroide e granulocitaria, consentendo ad una quota non trascurabile di pazienti refrattari ad altri trattamenti non solo di rendersi indipendenti dalle trasfusioni, ma anche di non necessitare una terapia continuativa, cosi come ad oggi avviene in altre patologie di quali I'!TP. Più recentemente, sono stati pubblicati i dati relativi ai pazienti non precedentemente trattati, che dimostrano un overall response rate superiore all’80 %, tanto che il farmaco rappresenta oggi lo standard nella terapia di prima linea.
Queste evidenze cliniche dimostrano un peculiare meccanismo di azione dei TPO Mimetici e in particolare di eltrombopag, per il quale sono stati ipotizzati sia un effetto antiproliferativo attraverso induzione della differenziazione per riduzione del ferro intracellulare, che la stimolazione di siti recettoriali presenti su cellule progenitrici con sblocco dell’emopoiesi. L’esatto meccanismo di azione è comunque oggetto di attiva investigazione.
OBIETTIVO FORMATIVO
Le novità e le incertezze riguardo le differenti citopenie, associate a patogenesi e terapie differenti rendono opportuno il confronto tra ematologi anche con clinici interessati ad approfondire tali tematiche. Infatti la rarità delle diverse sindromi associate a citopenia non consente a molti centri di acquisire l’esperienza indispensabile per il corretto inquadramento diagnostico-terapeutico secondo le più aggiornate acquisizioni scientifiche.