L’incidenza di IPF, in Italia, è 16 casi ogni 100.000 abitanti con un incremento annuale considerevole. Studi recenti hanno dimostrato che il declino causato dall’IPF è peggiore rispetto anche a molti tipi di tumore, ma le sue caratteristiche e i suoi sintomi, facilmente sovrapponibili a quelli di altre patologie respiratorie, la rendono difficile una patologia di difficile diagnosi.
Si deve fare di più per i pazienti con IPF, grave e rara malattia che causa la cicatrizzazione progressiva e irreversibile dei polmoni, con una sopravvivenza limitata a tre anni dalla diagnosi nel 50% dei casi.
Ad esempio aumentare la consapevolezza e l’esperienza degli specialisti sulla IPF, per superare le tante difficoltà che ostacolano una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo.
Una delle maggiori difficoltà legate a questa malattia infatti sono i tempi della diagnosi, complessa ed elaborata, e che coinvolge un vero e proprio team di specialisti: pneumologi, radiologi e anatomopatologi. Si stima infatti che ad un paziente su due non venga diagnosticata correttamente la patologia, e che possano trascorrere anche due anni dai primi sintomi prima di un accertamento definitivo sotto il profilo diagnostico. Questo lasso di tempo molto prezioso per i pazienti fa sì che non accedano in tempo alle cure tempestive necessarie per migliorare la prognosi e rallentare l’evoluzione dell’IPF.
Ciò è frequente soprattutto nei piccoli centri ospedalieri in cui non è facile disporre di informazioni ed esperienze necessarie ad arrivare a una diagnosi tempestiva. Ecco allora che il supporto di un centro di riferimento con maggiore esperienza diventa un elemento determinante per una diagnosi certa. Un aspetto che concorre nel migliorare la diagnosi è di certo l’aspetto radiologico. Produrre una accurata immagine radiologica e una precisa refertazione aiuta molto lo specialista pneumologo nel fare diagnosi corretta tempestivamente, cosa che , per le malattie rare assume una connotazione ancora più importante.
Obiettivi:
MDT SCHOOL si propone come opportunità per favorire un link tra radiologi e pneumologi implicati nella cura e gestione del medesimo paziente con l’obiettivo di identificare un «linguaggio» comune che porti una più efficiente gestione del paziente con fibrosi polmonare idiopatica.